1996

Sotto la guida di Guerrino El Lovo Lovato, geniale artista artigiano di maschere, decorazioni e macchine sceniche, I Antichi riscoprono il rinascimentale piacere dell’arte e soprattutto della pittura, dedicano a Pietro Aretino molte delle loro iniziative e scoprono, con una certa sorpresa amarezza, che ogni tanto non sono infallibili. Da Ruzante ad Aretino, la Compagnia de Calza apre il Carnevale del 1996 con un omaggio a questi due grandi personaggi al Fontego dei Tedeschi e all’Ateneo Veneto, e lo chiude con uno spettacolo al museo del ‘700 veneziano di Ca’ Rezzonico. Quindi organizza un concerto davanti alle ceneri del gran teatro La Fenice appena bruciato e organizza una raccolta di fondi per la ricostruzione del sipario. Riprende il suo Carnevale con la quarta edizione del Festival di poesia erotica «Baffo Zancopè», organizza un gran ballo davanti alla stazione di Santa Lucia, riprende la tradizione dell’Ombralonga e quella di «brusar la vecia» in campo dei Frari a metà Quaresima. Al teatro A l’Avogaria presenta una nuova raccolta di poesie erotiche, e quando la Fenice si trasferisce nella sua nuova casa del Tronchetto, è chiamata a inaugurarla e a regalare, come segno di buon augurio, mille piantine bonsai di «tronchetti della felicità» a tutti gli spettatori. Il successo del festival della poesia erotica spinge quindi gli Antichi a «esportare» la manifestazione, prima in campo Santa Margherita nell’ambito della rassegna «Venezia Poesia», e poi d’estate a Jesolo, con un bizzarro spettacolo, Poeti da mare, poeti d’amare, che susciterà molte polemiche.