TajaTabàri

Paolo Fiorindo Uàn Men Sciò
Cabarè Quota Mare

CdIAV-CabarèQuotaMare-TajaTabari di e con Paolo Fiorindo.

Paolo Fiorindo, artista di Torre di Mosto, è per I Antichi ciò che Angelo Beolco detto Ruzante fu per le Compagnie della Calza del Cinquecento: un interprete totale dell'homo novus (Fiorindo di quello di oggi, Ruzante di quello del suo tempo) della terraferma veneziana. Scrittore, poeta, disegnatore e pittore, mette in scena in TajaTabari idoli, incubi e miti del lontanissimo passato e dell'inspiegabile presente delle sue terre e delle nostre acque, fra parole, rime e immagini.

Il taja tabàri (veneziano tagia tabari, italiano taglia tabarri) è il maldicente alle spalle altrui, forse dall'uso di alcuni settecenteschi mariuoli tristanzuoli che tagliavano, da dietro, i mantelli altrui per dileggiarne o peggio borseggiarne i malcapitati proprietari. Il detto italiano che più si avvicina è tagliare i panni addosso con lo stesso significato di nascosta maldicenza, più o meno veritiera (anzi spesso no). Il vocabolo è ben vivo ancor oggi.