Il Gran Teatro di Venezia

La proposta dei Antichi per Il Carnevale dei Moderni

Il Carnevale di Venezia è stato in agonia per alcuni decenni, l'anno scorso finalmente è morto. I Antichi hanno subito proposto la concomitante nascita di due Comitati: il Comitato Promotore per l’Abolizione del Carnevale di Venezia come lo abbiamo finora conosciuto e il Comitato per la Rinascita del Carnevale del Teatro, l’unico ritenuto compatibile con la storia, la cultura, e la dignità della città di Venezia.

Per secoli Venezia è stata la città del teatro e il Carnevale di Venezia è stato il carnevale del teatro. È giunto il momento di tornare indietro per andare avanti. Le antiche compagnie della calza hanno fatto nascere il teatro moderno durante le feste di carnevale nel Cinquecento, con il teatro la Compagnia de Calza I Antichi vuole far rinascere il Carnevale moderno.

I Antichi propongono all'aperto quindi lo smantellamento fisico e culturale del vecchio putrescente carnevale veneziano, fatto di concorsi di bellezza e dirette televisive di fatuità mediatiche nel consueto baraccone transennato, e la sua sostituzione con gli antichi palchi in piazza, con attori in carne e ossa che recitano opere antiche e moderne, con orchestre che suonano dal vivo musica antica e moderna, di fronte ad un pubblico vero e partecipe di persone reali, in maschera e anche no.

I Antichi propongono al chiuso quindi una stagione speciale carnevalesca di teatri aperti dal mattino alla notte, con un cartellone concordato di opere a tema, con l'obbligo di maschera per il pubblico, con rappresentazioni locali, nazionali ed internazionali che riproponga classici e azzardi novità, commistioni e confusioni.

I Antichi immaginano acrobati e ciarlatani nei campi della città, teatro di strada, eventi immaginifici, sfilate in costume, balli e danze pubblici: tutti tessuti insieme in un grande spettacolo collettivo in cui anche il pubblico è attore e protagonista.

Tutto ciò è stato già fatto, ed è ora di rifarlo: il Carnevale del Teatro di Maurizio Scaparro (1980) ha segnato l'unica strada percorribile per il Carnevale di Venezia, smarrita per l'insipienza e l'improvvisazione di innumerevoli e successivi amministratori pubblici. È ora di riprenderla, di incamminarsi nuovamente lungo il solo percorso possibile per la rinascita del Carnevale di Venezia.

La pandemia ha colpito duramente tutti coloro che vivono, amano, lavorano nello spettacolo con il pubblico, sono stati i primi ad essere colpiti spietatamente dalle misure di contenimento e gli ultimi ad uscirne parzialmente. È giunto il momento di ricompensare il sacrificio di migliaia di persone con un grande evento di lunga durata nella città che è stata culla dello spettacolo teatrale in tutte le sue forme.

L'offerta di spettacoli di qualità è l'unico antidoto possibile al turismo di massa. L'offerta di spettacoli scadenti, pessime riproposizioni di generiche serate televisive, vuoti di idee e di contenuti, attira solo un pubblico generico, indifferente, insofferente. È ora di proporre eventi per persone motivate e appassionate e di motivare e appassionare tutti coloro che ancora non sanno di esserlo.

Sappiamo benissimo che non è facile e che moltissime sono le difficoltà. Sappiamo però con certezza che il più grande ostacolo è politico. Sappiamo che da decenni con ostinata determinazione si persegue la svendita della città come misero contenitore di eventi di qualsiasi tipo con l'unico scopo di far schei. È per questo che proponiamo una visione radicalmente rivoluzionaria del più noto evento cittadino: dall'antico al moderno.