Antologia di Skarsa City

di e con Paolo Fiorindo
nel Piccolo Teatro Giardino Veneziano

Alvise Cornaro aveva Angelo Beolco detto il Ruzante, noi Antichi moderni abbiamo Paolo Fiorindo. L'artista di Torre di Mosto è il nostro esploratore affabulatore del rapporto tra città e campagna agli inizi del ventunesimo secolo. Una città che è sempre meno dominante né serenissima; una campagna che non è più né contadina né agreste.

Programma della Serata
Apertura con Aperitivo
ore 20:00

Inizio spettacolo ore 20:30 circa.

A seguire Bacareto de I Antichi con Piatti Caldi - Cicheti Assortiti - Dolci - Ombre Bottega - Spiriti Alexander.
INGRESSO LIBERO - CONSUMAZIONI A PAGAMENTO
GRADITISSIMA LA PRENOTAZIONE!!!

SKARSA CITY
di e con Paolo Fiorindo

Cronache grottesche di venezianità residua dal contado ferocemente inurbato, tra echi di antica superstizione, pratiche contadinesche, pollai in piazza, incroci di rotonde e boschi di tabelle stradali che dividono campi, villette a schiera e capannoni. Bestie simili a persone, persone simili a computer. Il progresso senza ritorno della generazione viaggiante sulla statale 14 rattoppata, o peggio dentro l’autostrada che passa sopra il cimitero, schivando i quotidiani grovigli di lamiere. Streghe, santi, guaritori, assessori, marciapiedi in mezzo ai campi, mogli che tentano invano di parcheggiare il suv schiacciando biciclette e scartoffie timbrate, dimenticate appoggiate sulla cappotta dell’auto e sparse al vento sull’asfalto. Storie di persone, vive morenti e morte, che tentato di dare un senso a quel che rimane della terra che fu (a ritroso) palude malarica, dogado e, prima ancora, arcipelago bizantino. Skarsa city esiste, ci mastica, ci digerisce nel suo ventre e prima o poi ci espellerà.

Ciase la strega bambina
La confessione sul letto di morte di un vecchio militare francese, già di guarnigione nella bassa liventina fra Portogruaro e San Stino, affidata alla due suore che lo accudivano, rivela la disgraziata vicenda di Ciase, muta strega bambina dell’Ottocento, figlia illegittima affidata a una famiglia contadina di Corbolone. Tratta da un libricino scovato per caso anni fa nella biblioteca di un paesino della Provenza, la storia, riscritta e adattata per il teatro da Paolo Fiorindo, viene portata in scena dall’autore a Venezia, nel teatro-giardino della Compagnia de Calza I Antichi (rio delle Romite, calle Occhialera) sabato 30 giugno 2018. Inizio spettacolo ore 20.30, ingresso libero.

Il vecchio militare, già di guarnigione napoleonica nella bassa liventina, dopo il ritiro delle truppe era rimasto in loco al servizio di un possidente terriero del portogruarese. La sfortunata Ciase, rimasta muta dopo un tentativo di assassinio per annegamento e poi vendicatasi facendo morire tragicamente i genitori, messa al bando dalla comunità si adattò a fare la mendicante, e scomparve appena prima di compiere la maggiore età.

Di questa strega bambina resta qualche frammento di leggenda popolare: una figura minuta, vestita di nero, bagnata d’acqua e sporca di erba, che si presenta talora bussando al mattino alle porte delle case chiedendo un bicchiere d’acqua o di latte. Oppure di sera, intrufolandosi nelle stanze delle ragazze e tappando loro la bocca come per volerle soffocare. La storia fa parte delle leggende popolari vecchie e nuove raccolte e riscritte da Paolo Fiorindo nella raccolta Antologia di Skarsa city.

L'autore e interprete
Pittore per mestiere di santi (con cui partecipa da anni alle principali fiere nazionali e poi esporta in Italia e all’estero), streghe, anguane e aironi, Paolo Fiorindo vive a Torre di Mosto ed è appassionato di culture popolari native e poesia giullaresca medievale. Tra le tante cose che ha inventato c’è il personaggio del Tajatabàri, sorta di spietato giullare semi-analfabeta della bassa liventina. Ha pubblicato oltre quindici libri, tra cui Equilo, Romantico Bazuka, i Quaderni di stagione, Toni Boni, Tajatabàri, Bissa bògoea e Abisso Verde, Ciuffina e La solitudine dell’Angelo. È compagno di calza dal 1996. Nel 2002 ha avuto il Premio riconoscimento per la sua attività dalla Regione del Veneto. Ha vinto il Festival di poesia erotica nel 1998 e, nel 2010, ha avuto il premio di poesia intitolato a Mario Stefani. E anche altro, di cui però preferisce tacere.